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Comune di
Corte de' Cortesi con Cignone

Brevi informazioni sullo stemma del Comune di Corte de' Cortesi con Cignone

Stemma e gonfalone
La ricerca araldica dello stemma comunale venne eseguita dallo "Archivio Araldico Vallardi" di Milano incaricato dall'A mministrazione Comunale. Con delibera del podestà, 11 ottobre 1930, la documentazione venne inviata a S. E. il Capo di Governo per ottenerne la concessione.
Con decreto del 20 giugno 1935, il re Vittorio Emanale III concedeva al Comune di Corte Dè Cortesi con Cignone uno stemma e un gonfalone.
Verbale di determinazione del podestà.
Nell'anno millenovecentotrenta, addì undici del mese di ottobre, nell'ufficio municipale del Comune di Corte Dè Cortesi con Cignone.
Il podestà Benedini Giovanni, quale Amministratore di questo Comune a sensi legge gennaio 1926, n. 237, assistito dal segretario comunale Sassi Ferruccio; con i poteri di cui ai Decreti Legge: 4 febbraio 1926, n. 237, 9 maggio 1926, n. 818 e 3 settembre 1926, n. 910.
Preso sull'oggetto: concessione stemma comunale
seguente determinazione
il R.D. 27 marzo 1927, n. 504;
l'art. 1 del decreto legge 20 marzo 1924, n. 442;
la circolare n. 8600/6 in data 6 settembre 1930 della Consulta Araldica;
che questo Comune è sprovvisto di regolare stemma;
visione del bozzetto colorato dello stemma che intendesi adottare per questo Comune, all'uopo predisposto dall'Archivio Vallardi di Milano;
i cenni storici giustificativi dello stemma prescelto, raccolti da questo segretario comunale, allegati alla presente;
Determina
Adottare quale stemma ufficiale del Comune di Corte Dè Cortesi con Cignone, bozzetto colorato predisposto dall'archivio araldico Vallardi di Milano; a S. E. il Capo del Governo la concessione dello stemma in conformità alle vigenti disposizioni legislative.

IL DECRETOVittorio Emanuele III
Ci piacque con Nostro Decreto in data 21 giugno 1934 concedere al Comune di Corte Dè Cortesi con Cignone la facoltà di usare uno stemma comunale. Ed essendo stato il Nostro Decreto registrato, come avevamo ordinato, alla Corte dei Conti e trascritto nei registri della Consulta Araldica e dell'Archivio di Stato in Roma, Vogliamo ora spedire solenne documento della accordata Grazia al Comune concessionario. Perciò, in virtù della Nostra Autorità Reale e Costituzionale, dichiariamo spettante al Comune di Corte Dè Cortesi con Cignone, in provincia di Cremona, il diritto di fare uso dello stemma comunale miniato nel foglio qui annesso e descritto come appresso: PARTITO ALLA BANDA CONTRODENTATA D'AZZURRO, DI VERDE E D'A RGENTO, IL VERDE CARICATO DI UN DRAGO D'O RO; AL CAPO DEL LITTORIO CHE E' DI ROSSO (PORPORO) AL FASCIO LITTORIO D'ORO CIRCONDATO DA DUE RAMI DI QUERCIA E D'ALLORO DA UN NASTRO DAI COLORI NAZIONALI. ORNAMENTI ESTERIORI DA COMUNE.
Dichiariamo inoltre che di tale provvedimento sia presa nota nel Libro Araldico degli Enti Morali. Comandiamo poi alle Nostre Corti di Giustizia, ai Nostri Tribunali ed a tutte le Podestà civili e militari di riconoscere e mantenere al Comune di Corte Dè Cortesi con Cignone i diritti specificati in queste Nostre Lettere Patenti, le quali saranno sigillate con Nostro Sigillo Reale firmate da Noi e dal Capo del Governo, Primo Ministro Segretario di Stato, vedute alla Consulta Araldica.
Date a San Rossore , addì venti del mese di giugno dell'anno millenovecentotrentacinque, trentesimo sesto del Nostro Regno.

Vittorio Emanuele III
Mussolini

Viste e trascritte nei registri della Consulta Araldica oggi ventiquattro agosto 1935.

Araldica degli Enti Territoriali

Lo stemma A differenza di quanto si verifica per gli stemmi famigliari, gli stemmi degli enti territoriali godono di una loro regolamentazione.
La regolamentazione vigente per questo particolare tipo di stemmi è quella contenuta nel R. D. n. 1048, dell'11 aprile 1929.
Lo scudo è la parte più importante dello stemma, per quanto concerne la forma esso deve essere uno scudo sannitico.
Allo stemma degli enti territoriali deve essere inoltre aggiunto il cosiddetto "elemento decorativo" un'ornamentazione esterna dello scudo e consiste in due rami uno di quercia e uno di alloro con bacche, fra loro incrociati sotto la punta dello scudo e annodati da un nastro di colori nazionali.
La corona è l'unico elemento che caratterizza lo stemma a cui si riferisce e va sempre e solamente collocata sopra al lato superiore dello scudo dello stemma dell'ente stesso.
La corona di Comune è formata da un cerchio aperto da quattro posterle (tre visibili) con due cordonature a muro sui margini, sostenente una cinta, aperta da sedici porte (nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine, ed il tutto d'argento e murato di nero.

Il gonfalone Il termine gonfalone appare per la prima volta nella nostra legislazione, nell'art. 39 dell'o rdinamento dello stato nobiliare italiano del 21 gennaio 1929, le disposizioni attualmente vigenti, relative a questo emblema araldico comunale, sono descritte nell'a rt. 5 del regolamento per la Consulta Araldica del Regno, del 7 giugno 1943.
Da queste disposizioni si ricava che il gonfalone comunale consiste in un drappo quadrangolare, di un metro per due, del colore di uno o di tutti gli smalti del Comune, sospeso mediante un bilico mobile ad un'asta terminata in punta da una freccia, sulla quale dovrà essere riprodotto lo stemma, e sul gambo, il nome del Comune.
Il drappo riccamente ornato frangiato, dovrà essere caricato, nel centro, dello stemma del Comune, sormontato dall'iscrizione centrata: "Comune di …".
La cravatta frangiata dovrà consistere in nastri ricolorati dai colori nazionali. Per quanto concerne le parti metalliche del gonfalone queste dovranno essere: argentate, per i Comuni e per le Città; dorate, per le Province e per le Regioni.
Analogamente, i ricami, i cordoni, l'iscrizione e le bullette a spirale dovranno essere: d'argento, per gli stemmi dei Comuni e di Città; d'oro per gli stemmi di Provincia e di Regione.
(Lorenzo Caratti, Araldica, ed. Arnoldo Mondatori Editore, 1998).

(A cura di Anna Maria Benetollo, archivista comunale)

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